Ma cosa sono i tempi in fotografia?

una donna in bicicletta con un cappello viola, la fotografia è stata scattata lungo un viale alberato e presenta tutto il contorno mosso tranne la donna e la bici che sono perfettamente a fuoco e fermi all'interno del fotogramma

In qualsiasi corso di fotografia ti faranno partire dai tempi.

E io non farò diversamente, perché in effetti, a conti fatti, è la parte più facile per cominciare a capire come gestire qualcosa della nostra fotocamera e non lasciar fare tutto a lei. Mi rendo conto che appena si compra una macchina fotografica si ha subito una voglia matta di scattare, star lì a guardare tutti i suoi pulsanti e mettersi a leggere il manuale è una pratica piuttosto noiosa, pratica meno noiosa però per la maggior parte degli uomini che invece adorano numeri e specifiche tecniche e quindi si studiano tutte le funzioni della fotocamera fino all’ultima, anche la più incomprensibile.

Ma per noi donne l’esigenza primaria è fotografare, esprimersi, condividere, io appena ho comprato la mia Canon l’ho messa sulla funzione automatica (o forse la rotellina era già posizionata lì?) e ho cominciato a fotografare tutti i pupazzi Trudy in camera mia con la luce delle lampadine perché era sera, mezz’ora lì a inquadrare l’ippopotamo, il procione, lo scoiattolo e l’orca, senza criterio alcuno. Quando poi ho visto le foto i miei occhi erano a cuore da quanto mi sembravano bellissime, ma mica perché lo erano davvero ma perché il mio ultimo ricordo di una foto digitale era di molti anni prima con una compatta e poi dopo qualche anno con il cellulare che, allora, non aveva proprio questa gran fotocamera, ti lascio immaginare la differenza colossale.

E’ stato andando avanti che mi sono abituata al balzo di qualità delle mie foto e ho cominciato a capire che qualcosa non quadrava, anche perché ho cominciato ad entrare nel mondo fotografico, andavo a curiosare on line e vedevo montagne di foto fantastiche e pensavo: “ma loro come fanno?” Così alla fine ho cominciato da sola ad approcciare il trio tempi diaframma e ISO e con il tempo ho capito che per affrontarli tutti e tre bene è meglio capirne uno alla volta partendo dai tempi, la parte un po’ più semplice con la quale approcciarsi, ti consiglio quindi di cominciare da quelli e di non avere fretta, non farti prendere dall’ansia di imparare tutto e subito perché veramente rischi la confusione più totale e il conseguente scoraggiamento. Se vuoi capire qualcosa di più prova a seguirmi, cercherò di essere il più semplice possibile.

I tempi, in sostanza, comandano l’apertura dell’otturatore che è una finestrella dentro la nostra fotocamera che, ricordiamolo, è una scatola buia con un buco dalla quale entra la luce.

Tutto ciò che hai è una scatola con un buco nella parte anteriore: questo è ciò che abbiamo e questo è tutto ciò che abbiamo avuto a disposizione da quando la fotografia è stata inventata.

David Hurn

Ecco, l’otturatore è la tua finestra che apri e chiudi per far entrare la luce. Ma siccome il tuo sensore (che sostituisce la pellicola di una volta) è un tipo piuttosto sensibile non puoi aprire la finestra e lasciarla aperta così, a caso, per un tempo infinito, il rischio è quello che il nostro sensore ti faccia vedere un riquadro completamente bianco o, in gergo, bruciato perché una volta la pellicola si “bruciava”, un po’ come la nostra pelle se ci stendiamo al sole per ore. Per cui la luce va presa a piccole dosi per colorarsi il giusto senza bruciarsi ma anche senza rimanere bianche o bianchi come un latticino.

Questi sono i tempi detti anche tempi di esposizione (alla luce appunto).

Ovviamente per calcolarli e avere punti di riferimento ci servirà una specie di tabella no? Ed ecco che le nostre macchine fotografiche hanno, tutte, dei tempi standard uguali per tutti. Senza stressarci troppo con strane formule ci basterà capire che quei numeri scritti con il numero uno diviso da un altro numero da una barra si riferiscono a frazioni di tempo. Mi spiego: 1/125 vuol dire che la vostra finestra /otturatore si aprirà e chiuderà in un centoventicinquesimo di secondo.

Velocissimo! Eppure è una velocità sufficiente a fare la classica foto famigliare con tutti belli fermi che sorridono alla fotocamera. Se il numero dopo la barra diventa più alto significa che il tuo otturatore diventa super veloce fino ad arrivare ad essere Flash Gordon se imposti 1/4000. Viceversa diventerà lentissimo se il numero si abbassa, e come vedi ad un certo punto si abbassa così tanto che non è più una frazione di secondo ma diventa mezzo secondo, poi un intero secondo e poi molto di più. Ecco perché non c’è più una barra che divide i numeri in frazioni ma ci sono le classiche virgolette che indicano, appunto i secondi.

Tu mi dirai: ma a cosa mi serve avere tempi diversi se 1/125 o 1/250 sono i tempi standard per una classica foto?

Perché tempi diversi danno risultati diversi, sia per motivi di necessità fotografica sia per motivi creativi.

Esempio Marzia per favore. Certo:

fotografia di gocce d'acqua perfettamente ferme e sospese nel cielo blu si intravede una piccola porzione di qualcosa di verde dal quale escono le gocce

Se voglio fotografare una goccia che cade e la voglio bella ferma e visibile dovrò usare un tempo velocissimo perché se uso un tempo più lento del movimento della goccia avrò solo una goccia mossa. Questo vale per un’auto che corre, un cane che gioca o una bici per strada, tutte quelle velocità che 1/125 o 1/250 non riuscirebbero a fermare. Se non capisci bene bene il concetto ha senso, non spaventarti ma prova, dopo aver finito di leggere tutta sta roba incomprensibile prendi la tua macchina fotografica e impostala su priorità di tempi, che sulla fotocamera è indicata con la sigla TV per Canon e S per Nikon e la trovi sulla rotella della funzioni (se non sai dov’è o cos’è la rotella delle funzioni beh, dai almeno un occhio veloce al tuo manuale per capire almeno rotelle e pulsanti principali 😀 oppure vai sul mio canale Youtube dove ti spiego la base della fotocamera).

Cosa vuol dire utilizzare la priorità di tempi? Che devi solo preoccuparti di impostare i tempi, la tua fidata macchina fotografica ti assisterà in tutte le altre cose (diaframma e ISO) che però adesso lasciamo lì in un angolo per non confonderci. Tu pensa solo ai tempi, prova a fotografare auto, moto, bici, cani, bambini, pioggia, tutto quello che si muove a diverse velocità e prova tutti i tempi.

Siediti su una panchina del viale principale della tua città e comincia a fotografare le auto che passano, comincia da un tempo, quello che preferisci e rallentalo o velocizzalo a seconda del tempo iniziale che hai scelto e poi guarda le foto foto. Ti sarà tutto più chiaro.

fotografia effettuata con lunga esposizione sul ponte vecchio di bassano del grappa pieno di piccole bandiere italiane, è sera e le luci dorate sono accese alle finestre e sul ponte, si vede il fiume brenta e il colore dell'acqua è smeraldo e sembra seta
scatto fotografico notturno effettuato con la tecnica della lunga esposizione e light painting siamo in centro a Vienna e si vedono edifici storici e una strada trafficata con le luci dei lampioni a creare piccole stelle e scie di luce bianche e rosse che sono i fanali delle auto

I tempi lenti, o molto lenti, consentono di fotografare cose altrimenti impossibili tipo le stelle; quando c’è tanto, tanto buio un tempo più lento consente di far entrare più luce, e così possiamo avere effetti creativi come l’acqua che sembra seta o le strisce dei fanali delle auto o ancora la bellissima tecnica del light painting (on line trovi molte cose su questa tecnica) oppure leggi il mio articolo qui sul light painting.

Attenzione però perché i due estremi, tempi velocissimi e tempi lentissimi hanno al loro interno delle insidie, proprio perché estremi. Un tempo velocissimo avrà bisogno anche di tanta luce perché dura pochissimo la sua esposizione e se non c’è abbastanza luce rischi una foto un po’ buia che tecnicamente si chiama “sottoesposta”.

Al contrario, se usi tempi molto lenti rischi una foto troppo chiara “sovraesposta” se sei in pieno giorno con un sole fortissimo e non solo, rischi anche l’effetto mosso che non è il mosso carino dell’auto che passa ma il mosso poco piacevole della tua mano che trema e si muove, ma mica perché c’ hai il tremore alle mani ma perché, a meno che tu non sia un cecchino o una statua, respiri e ti muovi e questo genera dei piccoli movimenti che con dei tempi lunghi si vedranno nella tua foto.

Ecco perché sotto una certa soglia si consiglia l’uso del treppiede.

Anche qui, prendi la tua fotocamera e prova perché quello che dico qui non conta nulla se non ci ficchi il naso come San Tommaso.

Ovviamente ci sono un sacco di altre variabili alle cose che ti ho scritto ma dirtele ora causerebbe solo una gran confusione nella tua mente e torneremmo punto e capo con lo scoraggiamento di non capirci più nulla.

Per il momento cerca di pensare solo a questo, ai tempi, concentrati solo su questo e scatta mille mila foto solo affidandoti ai tempi, fai prove, esperimenti, variabili, non cercare di portare a casa la foto perfetta, prova, accadono cose incredibili a sperimentare.

fotografia di un cane che corre sollevato da terra con tutte e quattro le zampe, un preato verde e una casa bianca sullo sfondo, la fotografia ha lo sfondo mosso ma la parte anteriore del cane è perfettamente a fuoco e ferma dando una sensazione di movimento che rende perfettamente la corsa del cane

Stay Creative

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