La fotografia è la mia tana del Bianconiglio

Questa sono io quando faccio la scema e Sara (Sara Lando, fotografa) ha colto perfettamente l’attimo (mi ha anche reso giustizia con foto splendide, le trovate nella pagina in cui vi racconto chi sono, qui)
Sara è la persona che ha inizialmente aperto una piccolissima crepa nel mio mondo fotografico, per poi catapultarmi in un luogo completamente nuovo a spallate.
Era il 2015 e da poco avevo acquistato la mia DSLR ripescando una vecchia passione fotografica che arrivava un po’ da tutta la famiglia. Altre forme espressive catturavano la mia attenzione più della fotografia durante l’adolescenza: la scrittura e il disegno. Vedevo la fotografia come un’istantanea della realtà (sciocca che sono) più che una forma d’arte ed espressività molto più complessa, un forte limite che ancora faccio fatica a lasciare indietro.
Crescendo le passioni hanno lasciato il posto alla produttività, si va a lavorare e si porta a casa il pane. Purtroppo, spesso, soddisfare le necessità pratiche non ci fa vivere una vita migliore e così, non so bene come, è ricomparso il desiderio (bisogno) di esprimermi e in quel momento mi è parso che la fotografia fosse il metodo che mi avrebbe permesso di giocare di più occupando meno tempo (di nuovo, sciocca che sono).
Dopo un paio di corsi base per rispolverare le nozioni di esposizione e capire la nuova tecnologia digitale ho sentito di dover migliorare e, avendo visto una brochure con scritto “corso di ritratto fotografico” mi sono iscritta al volo.
Sono arrivata al corso con tutto l’entusiasmo di una ragazzina ma, dopo un bel po’ di minuti dall’inizio della prima lezione mi sono sentita smarrita, qualcosa non mi tornava, non capivo di cosa si stesse parlando. Mi sono tirata fuori il mio bel volantino e, per la prima volta, ho letto esattamente cosa c’era scritto: “corso di AUTO-ritratto fotografico”.
Non ti dico la mia delusione (che poi, autoritratto? Neanche sapevo esistesse) ci sono rimasta malissimo e ho continuato solo per il dovere morale di non mollare quanto intrapreso.
Gli sbagli, nella vita, sono spesso quelli che te la cambiano radicalmente e in meglio.
Se pensi che io sia uscita da quel corso illuminata, entusiasta o una nuova fotografa ti sbagli.
Ne sono uscita sentendomi una inetta, una incapace, una che di fotografia non sa niente non solo tecnicamente ma anche artisticamente. Sara era di una gentilezza estrema e mai, mai mi ha fatto sentire incapace, facevo tutto da sola perché le cose stavano esattamente così, ero incapace. Volevo mollare, mi è caduta addosso una depressione tale da portarmi quasi alle lacrime.
Una cosa ho imparato da quel corso ed è che di fotografia non ne sapevo nulla ed ero a migliaia di chilometri dal vederne l’immenso mondo e potenziale.
Il mio inconscio però, per qualche oscura ragione, è rimasto imbrigliato nella rete social di Sara e una volta digerita la questione l’ho seguita nella tana del Bianconiglio che possiamo chiamare Gruppo Supporto Fotografi Pigri e nulla è stato più lo stesso.
Non so se il sito sia come era nel 2016, so che allora le premesse mi sono state chiare, non come nel corso di autoritratto. Era ben chiaro che sarebbero stati tre mesi di full immersion, di difficoltà, di impegno, di mettersi alla prova in un laboratorio che non lasciava troppi spazi a scuse tipo “scusi signora maestra il cane si è mangiato i miei compiti.”
C’erano da completare esercizi fotografici, oggi riguardo le mie foto con tenerezza, le vedo anche più belle di quanto le vedessi allora. Gli esercizi sono quelli che più mi hanno messo in difficoltà perché ho toccato con mano la mia ignoranza fotografica, sia tecnica che di linguaggio.














Mi rendo conto che viste così potrebbero essere confuse, ma per me e per tutti i pigri hanno perfettamente senso.
Sì perché chi partecipa a questo laboratorio poi diventa un pigro per definizione. Io vi parlo dell’aspetto fotografico, ma l’aspetto umano è stato enorme, oggi, dopo sei anni ancora ci sentiamo sempre e prima della pandemia riuscivamo anche a vederci. Le persone entrate nella mia vita non sono solo fotografi professionisti, sono anche persone meravigliose e quello che mi hanno donato in termini di consigli, competenze, umanità e amicizia è enorme.
Mi sono guardata allo specchio mille volte e mille volte mi sono ringraziata per aver cliccato “iscriviti” ai Fotografi Pigri.
L’altra cosa incredibile che si fa all’interno del laboratorio è sviluppare un progetto, una cosa molto difficile dal punto di vista fotografico e forse la cosa che più avvicina al linguaggio, al raccontare una storia, a qualcosa di più strutturato. Ancora oggi credo di averne avviati mille ma concluso nessuno, vorrei un giorno sviluppare un progetto e portarlo a termine ma è un grande impegno e dovrebbe essere davvero qualcosa di molto importante per me. Allora mi parve che quello che avevo in testa avesse un senso, e forse allora lo aveva davvero. Oggi non so se ce l’abbia ancora, forse si è semplicemente trasformato, non lo so, però mi ha donato una visione nuova e incredibile nei confronti della fotografia, mi sono divertita molto e per la prima volta ho capito cosa significa fare uno scatto con una precisa idea nella testa.

Ci ho fatto un libro fotografico di quel progetto per ricordare i momenti, anche di backstage, e per ricordare il numero di foto scattate e i chilometri percorsi. Quel progetto mi consentì di scattare quelle che ritengo ancora essere le mie foto migliori, o forse quelle che più mi parlano.


Ho imparato ad abbracciare l’ignoranza, la paura, la frustrazione, le lacrime e il fallimento.
Oggi conosco questi sentimenti e ogni volta che mi parte la rabbia e la disperazione per il non saper far qualcosa capisco che sono nel punto in cui sto imparando a fare quella cosa. Non è un passaggio da poco.
Saper di non sapere è in un certo modo sapere e consapevolezza, parafrasando la famosa citazione di Socrate.
Da allora sono seguiti corsi, workshop, esperienze, e la tana del Bianconiglio è ai miei occhi sempre più vasta e sempre più meravigliosa.
Per migliorare bisogna attraversare la paura, questo Blog è un passo oltre la mia paura di espormi, il mio canale YouTube è un passo oltre la mia incapacità in molti aspetti, aver deciso di fare della fotografia una professione è un altro gigantesco passo oltre la paura.
Rimango fedele nel cercare di fare quello che Sara ha fatto con me (seppur nel limite delle mie conoscenze e capacità): mettersi alla porta della tana del Bianconiglio citato nel film Matrix e guardare la sua immensa profondità.
Siete ovviamente liberi di scegliere quale pillola prendere, io vi consiglierò la rossa, sempre.