Ho fotografato Neowise
Sì lo so l’hanno fotografata in tanti, io tuttavia oggi ti racconto come l’ho fotografata io e spero che questo post ti sia utile perché io sono una fotografa amatoriale, non ho un’attrezzatura sofisticata e non ho mai fotografato le stelle. Quindi (quasi) tutti possiamo portare a casa una buona foto.

Partiamo con ordine e vediamo come ho gestito la cosa:
Innanzi tutto di cosa hai bisogno:
- Fotocamera Reflex o Mirrorless
non importa, basta che abbia la funzione manuale
- un treppiede
essenziale, non concluderai nulla senza un buon treppiede stabile con la testa che ti consenta di puntare al cielo
- un telecomando per lo scatto remoto
Si e no, non necessario, lo scopo è non toccare la macchina fotografica quando scatta quindi il telecomando remoto serve proprio a questo, non ce l’hai? Non diventare pazzo/a ad acquistarlo, usa come ho fatto io lo scatto a 10 secondi.
- Una torcia
Va benissimo quella del telefono, sarai al buio e gestire la fotocamera (e te stesso/a) al buio completo non è una buona idea
Queste cose sono essenziali, altre sono auspicabili e vivamente consigliate:
- Un luogo con il minor inquinamento luminoso possibile
- una bussola per orientarti
- vestiti caldi o/e impermeabili se ti alzi di quota
- consulta il meteo sia per eventi atmosferici improvvisi quali temporali sia per non fare un viaggio inutilmente
Un’altra cosa molto utile è avere amici fotografi bravissimi che ti danno consigli essenziali su come fare una buona fotografia alle stelle, che siano comete o stelle normali.
Io ho chiesto al mio amico Adolfo Trinca che aveva scritto diverso tempo fa un interessante articolo sulla regola dei 600. Fotografare le stelle non è affatto facile, questa regola ci aiuta a fare qualche calcolo in base all’obiettivo che abbiamo. Sono dei calcoli matematici che ci consentiranno di scegliere i tempi di esposizione adatti alla nostra lunghezza focale per poter avere stelle a puntini fermi nitidi e luminosi, altrimenti il rischio è quello di avere delle strisciate, come delle linee di movimento. Vi consiglio di dare un occhio all’articolo per capire bene come applicare questi calcoli.
Per fare buone foto io sostengo sempre che non è necessario avere grandi attrezzature, ovviamente è una regola con le sue eccezioni, una di queste è la fotografia tecnica e l’astrofotografia è principalmente tecnica anche se artisticamente splendida, sono necessarie diverse attrezzature di un certo tipo per portare a casa una foto davvero bella ma si può fare anche con attrezzature mediocri come le mie, la Canon m50 costa davvero poco rispetto alla media ma ha il vantaggio, per me, di avere ISO molti alti rispetto alla mia vecchia canon 1100d. l’altra cosa utile nell’astrofotografia è un obiettivo zoom di tutto rispetto, sia per la qualità dell’immagine che per la luminosità (una buona apertura di diaframma) ma soprattutto una lunghezza focale adeguata a catturare una stella cometa, come vedi nella mia foto iniziale Neowise è piccolissima, l’ho fotografata con un 85 mm che su Apsc equivale circa ad un 135 mm, capisci che un obiettivo con lunghezza focale dai 200 in su sarebbe stato meglio.
Un’altra cosa a cui fare molta attenzione è lo stabilizzatore d’immagine, è un sistema che rende stabile la nostra fotocamera mentre la maneggiamo e quindi, ci muoviamo, (qui trovate un articolo esaustivo in merito) purtroppo però quando la fotocamera è sul treppiede questo sistema va in confusione e compensa un movimento che non esiste quindi otteniamo l’effetto contrario. Ho letto nel web che gli stabilizzatori di ultima generazione riconoscono il treppiede e quindi non intervengono, ma nel dubbio, disattivatelo. Su alcune marche lo stabilizzatore è posizionato nel corpo macchina, pare che su Canon e Nikon invece sia sugli obiettivi. Se è sull’obiettivo è specificato con la sigla IS (image stabilization) e lo disattivate con un pulsante, se avete dubbi fate come me, passate qualche minuto a fare una ricerca on line della vostra attrezzatura, nel mio caso le mie fotocamere non sono stabilizzate (Canon appunto non lo inserisce in camera) e neanche i miei obiettivi, quindi per me problema risolto.
Il mio obiettivo ha un’apertura di diaframma massima a 1.8 quindi ottima, tanto da potermi consentire di non alzare troppo gli ISO e non avere tempi troppo lenti per la regola dei 600. Ti consiglio di andare a leggere l’articolo che ho linkato sopra ma, in due parole, quando fotografiamo le stelle se utilizziamo dei tempi troppo lenti esse saranno strisce, non punti, e noi vogliamo evitarlo, ecco quindi la regola dei 600.
Quindi veniamo a come ho fatto io avendo tutta l’attrezzatura sopra descritta a disposizione e le dritte del mio super amico (grazie mille, cosa farei Adolfo senza di te?!)
Ho deciso di andare sulla cima del Monte Grappa, vivo ai suoi piedi e raggiungere il suo splendido Sacrario è una questione di 40 minuti, niente di troppo complesso. Il cielo era sereno anche se le previsioni davano annuvolamenti.
Salendo mi sono resa conto che la parte Nord Ovest che è quella in cui avrei dovuto vedere ( e in cui si può ancora vedere) Neowise era molto tersa, le nubi erano tutte a Nord Est. Siamo arrivati in cima verso le 22.00 e il cielo a Ovest era ancora leggermente rischiarato dal tramonto del sole, ho dovuto attendere parecchio prima di poter fare alcune prove per vedere la resa.
A proposito, come gestire la messa a fuoco?
E’ buio e non abbiamo luci di riferimento per permettere all’autofocus di lavorare, credimi, la macchina fotografica non riuscirà a mettere a fuoco. Devi gestire il fuoco manualmente e l’unico modo è guardare le stelle dallo schermo lcd, ingrandire l’immagine su una singola stella e girare la ghiera del fuoco fino a quando non vedrai il suo profilo nitido, questa è l’unica strada, una volta che hai messo a fuoco lascia tutto così com’è e comincia a scattare. Io ho visto subito che mi bastavano ISO bassi e tempi non troppo lunghi, una volta trovato le impostazioni corrette ho guardato il cielo e, sinceramente, non ho visto un bel niente. Non è che ho proprio un occhio di falco però zero, nada. Il mio compagno mi ha indicato il Grande Carro dell’Orsa Maggiore, avendo letto che Neowise si trovava lì sotto piuttosto bassa lungo l’orizzonte ho puntato la macchina e ho scattato.
10 secondi – f1.8 – ISO 200 queste le impostazioni della foto di Neowise
Lei era lì, beccata subito. Non ero sicura all’inizio perché ho guardato questa stella un po’ diversa dalle altre ( lo schermo lcd della fotocamera non è proprio lo schermo del pc, non si vede benissimo) ma ingrandendo l’immagine era impossibile non capire che era lei, la sua scia era ben visibile ma sopratutto il suo corpo, aveva una meravigliosa palla incandescente attorno di un colore verdastro, stupenda.

Mi sono emozionata, ero davvero felice di essere riuscita a coglierla al primo colpo, così ho fatto tutta una serie di foto praticamtnete identiche, solo con piccole correzioni di esposizione cambiando solo i tempi, per provare, così da essere sicura che a casa sul computer avrei avuto diversi scatti con esposizioni diverse che avrebbero potuto funzionare meglio rispetto a quello che vedevo dallo schermo lcd della mirrorless.
In brevissimo tempo, si è alzata una nebbia piuttosto fitta, erano le nubi da est che stavano ricoprendo come una coperta invernale tutta Cima Grappa, uno scenario meraviglioso, le torce della gente presente fendevano la nebbia, sentivo le gocce di umidità sul volto, l’aria era gelida e le dita che reggevano la fotocamera stavano diventato davvero fredde, eravamo passati da 28° a 13°…non male.
Durante la discesa in auto ne ho approfittato per cambiare l’obiettivo e montare il 24 mm con buona apertura anche lui, f2.8 così da provare delle foto al cielo stellato con un angolo di campo un po’ più ampio, a quel punto Neowise l’avevo catturata quindi potevo dedicarmi al resto del cielo.
poi ho fotografato la vallata illuminata che è sempre uno spettacolo meraviglioso.
Sono contenta, davvero. Anche se le foto non sono spettacolari trovo che siano davvero buone per l’attrezzatura e le mie capacità, entrambe scarse per l’astrofotografia. Non ne sono appassionata ma mi piacerebbe realizzare alcune foto in luoghi deserti e molto bui, purtroppo da noi l’illuminazione è tanta, anche in Cima Grappa in cui c’è piuttosto buio dalla vallata saliva tantissima luce e la macchina fotografica la cattura tutta.
Questa esperienza mi è servita anche a conoscere meglio la mia macchina fotografica che ho da poco più di un anno e non le ho mai tirato il collo, avevo fatto delle prove e se avete letto il mio articolo qui avrete visto che regge benissimo gli ISO alti a differenza della 1100d, però in questo caso le foto hanno comunque tantissimo rumore digitale, troppo per i miei gusti, e voi direte ma come, non hai detto che regge bene gli ISO alti? Certo, e se hai letto i parametri hai visto che i miei ISO erano davvero molto bassi, quindi? Quindi soffre le lunghe esposizioni, 20 secondi non sono pochi e evidentemente il sensore si scalda, ci metteva anche diversi secondi ad elaborare l’immagine.
Le foto che vedi in questo post sono state sviluppate con Lightroom, dobbiamo sempre ricordarci che quando scattiamo in Raw ( perché non è pensabile scattare foto del genere in Jpeg! ) il file non è sviluppato, è un negativo grezzo con ancora molti dati di luce e ombra da gestire. Non ho fatto interventi complicatissimi, già la rimozione foschia fa risaltare ed uscire moltissimo la luminosità delle stelle, ovviamente poi bisogna aggiustare luci e bianchi e desaturare un po’ perché queste modifiche vanno ad aumentare molto la saturazione.
Et voilà, io sono felice, è stata un’avventura divertente e, ancora una volta, ho avuto la conferma ( se mai ne avessi bisogno) che adoro fare quello che faccio, fotograferei tutto il tempo, sperimenterei e proverei tutto il tempo. Girerei il mondo e lo fotograferei tutto il tempo. Se ti interessa ho raccontato tutto in sul mio canale YouTube.
E mi chiedo: chi non lo farebbe?
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