Fotografia macro con obiettivi invertiti, funziona?
Bazzicando nel web e nei social è impossibile non imbattersi in un “tips & tricks” virale, quello di utilizzare gli obiettivi che uno ha in casa e trasformarli in obiettivi macro, come? Semplicemente invertendoli.
Io sono una che deve metterci il naso, come San Tommaso, sono curiosa di capire, non mi basta vedere o leggere. Quanto trovo qualcosa che attira la mia attenzione una delle prime cose che metto nella lista del “To Do” è provare quella cosa, capire come funziona e quali risultati posso ottenere io, un po’ come qualcuno che ti dice: “sai che a mettere un dito nell’acqua calda ti scotti?” finché non ti capita non sai mai di cosa si sta parlando.
In questo caso specifico ho cominciato a farmi tutta una serie di domande: se funziona così bene e semplicemente perché mai uno dovrebbe spendere una fortuna in obiettivi macro? So già cosa mi stai dicendo, che è per quelle persone che lo vogliono fare così, ogni tanto, giusto per portarsi a casa una foto un po’ wow.
A quel punto le domande sono proseguite con: Ok ma…. con quale obiettivo? Ne ho visti usare diversi, e poi come scattano? In manuale o automatico? A tutte queste domande nessun video tutorial ha mai risposto, vedi queste persone che staccano l’obiettivo, lo capovolgono, si avvicinano ad un fiore, scattano e sbaaam, foto macro spettacolare.
Certo è ben editata, lo so, ma comunque è una foto macro riuscita, e allora proviamo.
Io ho due obiettivi fissi, decido di partire con quello che è sulla macchina, il 24mm, capovolgo e via.
Prima difficoltà, capire dove trovare il fuoco perché l’obiettivo è smontato quindi la ghiera non serve a nulla e l’autofocus ciao ti saluto. Bisogna avvicinarsi tantissimo ( con il 24 mm ) ma tanto tanto, tipo pochi centimetri e l’esposizione boh, a caso, io ho fatto la scelta di rimanere in funzione manuale ma nulla ti vieta di provare la funzione automatica. Gli ISO li ho messi a 100 e ho gestito i tempi per avere la corretta esposizione, mi sono però trovata con una profondità di campo penso di mezzo millimetro, praticamente niente, tenere un punto a fuoco è una cosa da maghi circensi, peggio che scattare a mano libera con tempi lenti, e si che io ce l’ho la mano ferma!
Provo con l’85 mm, va un po’ meglio, nel senso che non ho dovuto avvicinarmi così tanto e la profondità di campo è più ampia, però non è un vero e proprio macro, anzi per niente, è come fare un foto con un obiettivo grandangolare e inquadrare vicino…. ci ragiono e tutto ha senso, sono capovolti, quindi tutto il contrario di quando sono agganciati dalla loro parte nativa.

Detto questo le foto sono senza qualità, io direi tutte cestinabili sia con uno che con l’altro obiettivo, con il 24mm una porzione di profondità di campo ingestibile e con l’85mm una foto che non ha niente della fotografia macro.
Ti spiego perché non funziona o meglio, funziona sì ma con tutta una serie di cose da chiarire e mettere in atto, non funziona in maniera facile e immediata come ci fanno vedere nei tutorial che giri l’obiettivo e wow la figata di foto macro (si può scrivere figata in un blog?)
Cerco di spiegartelo con parole semplici come avrei voluto che qualcuno lo spiegasse a me, come sempre ci vuole una ricerca certosina e infinita per capire certe cose, io spero di farti finire la ricerca qui sul mio blog e che tu capisca bene tutto qui e subito.
Se hai letto il mio articolo sul diaframma saprai che quest’ultimo è nell’obiettivo, lo comandi dalla fotocamera perché c’è il collegamento elettrico nella ghiera di metallo nel quale lo innesti, se lo togli non puoi più intervenire ( a meno che tu non abbia un obiettivo che permettere di controllare il diaframma con una ghiera, mai visti mai usati, giuro, ma so che ci sono).
Non poter intervenire sul diaframma mi pare una questione piuttosto basilare per una foto macro, sia per motivi di esposizione ma, soprattutto di profondità di campo. L’altra cosa su cui non puoi intervenire è la messa a fuoco che non è automatica ma la devi gestire tu con il tuo corpo, ti devi allontanare e avvicinare finché non avrai quello che vuoi a fuoco e qui torniamo al diaframma e la sua magica profondità di campo.
Se il diaframma è aperto avrai a fuoco tipo una capocchia di spillo, ora prova tu a stare fermo/a per avere a fuoco una porzione così piccola quindi, penso, basta chiuderlo prima di smontare l’obbiettivo no? NO, perché devi sapere che il diaframma quando è montato sulla reflex è tutto aperto per consentirti di vedere attraverso il mirino ottico l’immagine che vuoi fotografare e infatti dal mirino tu non vedi come sarà la tua foto, se correggi l’esposizione dal tuo mirino non vedi nulla, continui a vedere l’immagine sempre uguale, solo nel momento in cui scatti il diaframma si chiude al valore che gli hai impostato per poi tornare nella posizione di apertura. Quindi il suggerimento che ho trovato on line è quello di premere il pulsante anteprima della profondità di campo e cioè un pulsante che una volta premuto ti fa vedere attraverso il mirino come verrà la tua foto realmente, profondità di campo ed esposizione comprese, così facendo il diaframma si chiude esattamente al valore in cui lo hai impostato, a quel punto consigliano di staccare brutalmente l’obiettivo affinché il diaframma rimanga chiuso.
come vedi la porzione a fuoco è infinitesimale
Ora, io sulla Canon 1100d ho cercato in lungo e in largo questa figura mitologia, senza trovarla. La 1100d non ha un pulsante vero e proprio ma pare bisogna personalizzarselo all’interno del menù, ho cercato, non ho trovato, ho mollato.
La tua fotocamera ha il pulsante di anteprima profondità di campo? Ottimo, tenilo premuto e sgancia l’obiettivo, a quel punto prova perché non so cosa ne venga fuori, io ho provato utilizzando il live-view (cioè lo scatto da schermo lcd) perché mi consente di vedere esattamente il risultato della foto quindi chiude il diaframma anche prima che io scatti, ma una volta che stacco l’obiettivo il diaframma si riapre. Non è un problema per l’esposizione, quella la aggiusto con tempi e ISO, il problema è la profondità di campo ingestibile.
Mi viene un’idea, potrei provare con la Mirrorless M50. Il mio 85 mm non fa da macro, il mio 24 mm fa troppo da macro, proviamo con un 50 mm? La Canon M50 è tutta elettronica, mirino compreso, e dà un’anteprima della foto reale con esposizione e profondità di campo impostati.
Proviamo.
Va in effetti un po’ meglio, il diaframma rimane all’apertura impostata e non si apre una volta staccato l’obiettivo, risulta una profondità di campo più ampia e quindi più gestibile, inoltre la lunghezza focale intorno ai 35/45 mm funziona piuttosto bene sia come macro che come messa a fuco/vicinanza (ricordati che la lunghezza focale che indico è montata su una fotocamera Apsc, ne parlo in questo articolo, e devi sempre e comunque cercare di rimanere immobile come una statua!) peccato però che non scatta, la mirrorless, ad obiettivo staccato, non scatta…. molto bene.
Alla fine della fiera questo “tips & tricks”, diciamolo, è un po’ acchiappa like, funziona se: hai una fotocamera con il pulsante di anteprima profondità di campo, hai un obiettivo intorno ai 35mm, sei sufficientemente esperto/a di fotografia e sai bene come funziona la tua fotocamera, sai valutare dei tempi di scatto che ti impediscano di avere una foto mossa, sai stare immobile e hai la pazienza di provare e riprovare milleduecentocinquasettevolte fino ad ottenere la foto che va bene.
Ah, il problema non sei solo tu che, inevitabilmente in quanto essere vivente ti muovi, è anche il soggetto; basta un alito di vento che il fiore, filo d’erba, foglia ecc andrà fuori fuoco continuamente, figuriamoci un insetto! Quindi ti consiglierei di provare con soggetti marmorei e in assenza di qualsiasi evento atmosferico.
Per dovere di informazione, i fotografi di fotografia macro non le fanno a mano libera le foto (o per lo meno se possono evitano) e purtroppo nel caso di soggetti insetti l’animale spesso viene ucciso e congelato in posizione, ecco perché appare traslucido, perché viene spruzzato con un prodotto che lo paralizza lì, stecchito. Fortunatamente molti fotografi macro hanno smesso questa pratica e cercano di fare fotografia alive, bravi ragazzi.
Dal mio personalissimo punto di vista questo “trucchetto” è macchinoso e per nulla immediato, si fa prima con una lente macro per smartphone e hai tre lenti, macro, wide-angle e fish-eye, se poi hai un buon telefono hai vinto perché la qualità della foto è davvero molto bella. Se invece la fotografia macro ti piace proprio tanto tanto beh allora magari fai un pensiero sui tubi di prolunga o investi soldi in un obiettivo serio, così potrai ottenere delle foto davvero di tutto rispetto. Insomma valuta tu quanta voglia hai di continuare a fare fotografia macro ed investire soldi oppure, in questo caso, tempo per provare e riprovare. Per quello che mi riguarda, se è una cosa estemporanea, meglio usare il cellulare, anche perché ogni volta che stacchi l’obiettivo esponi la macchina fotografica alla polvere, e a me non pare una grande idea.
Ovviamente ora devi provare tu, come sempre e come detto all’inizio quello che si legge non conta nulla finché non si prova, e io non ho la verità assoluta in tasca ma almeno adesso hai qualche elemento in più per provare che non sia solo “tolgo l’obiettivo, lo inverto e ho fatto la foto”.
Oggi le fotocamere hanno le impostazioni macro di default nelle modalità scene, insieme a paesaggio, ritratto ecc, le vedremo in un’altro articolo che ho in mente ma intanto, questa volta, io l’ho provata “per vedere l’effetto che fa”: dove sia la differenza tra lo scatto automatico e macro boh, a me pare veramente irrisoria.
foto scattata in modalità macro foto scattata in modalità automatica
Se ti riesce una bella foto macro con questa tecnica per favore taggami su Instagram, TikTok o Facebook. O scrivilo qui sotto nei commenti insomma, raccontami come l’hai portata a casa che sono curiosa!
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