Credo di aver fatto il backup al cervello

Ho improvvisamente realizzato di avere 54 anni.

Ora, cosa cambi da qualche mese prima o addirittura da 53 a 54 anni non lo capisco.

Forse ero mentalmente ferma a 50, e questi 4 anni sono scorsi via senza che ne fossi pienamente consapevole.

Deve essere quello il motivo perché sono nel mio luogo tra i preferiti, il lago, e sono nella mia casetta preferita, la roulotte, sono gli spazi che più mi rendono felice, ma felice non mi ci sento gran che.

Avevo progettato tutto il tempo da sola per me, per i mie video, per le mie foto, per due video YouTube.

I giorni da sola stanno finendo e io non ho neanche mai aperto lo zaino della fotocamera.

Tutti gli script che mi ero preparata con cura  mi sembrano improvvisamente poco interessanti, mi sento inadatta a realizzarli, mi pare che non risulterebbero mai come me li immagino, mi sento vecchia e fuori luogo (e fuori tempo).

La mia parte razionale dice che questa è una stupidaggine ma la mia pancia lo pensa eccome!

Forse sono i 60 che si avvicinano e mi spaventano.

Se torno indietro nel tempo però ricordo che la sensazione di essere sempre in ritardo, fuori tempo, fuori luogo, ce l’ho da quando ho 14 anni.

Dopo le scuole dell’obbligo andai in un istituto professionale perché le scuola che volevo fare mi rifiutò per esubero di richieste, e io ero fuori provincia. Il desiderio di avere il diploma di maturità “ufficiale e riconosciuto” era comunque latente ma non mi iscrissi mai ad una scuola superiore perché pensai che a 15 anni ero TROPPO VECCHIA per ritrovarmi in prima superiore insieme a tredicenni.

Mi sposai a 23 anni mentre il mondo intorno mi diceva che ero giovane, che avevo tempo, io invece mi sentivo già terribilmente vecchia.

Poi ci fu la crisi dei 30, vecchia per qualsiasi cosa: per rifarmi una vita, per avere figli, per trovare un uomo.

Ho alternato momenti in cui mi sentivo sempre troppo vecchia per fare qualcosa e momenti in cui  mi lanciavo in cose che nell’opinione comune erano e sono fuori tempo o fuori luogo per l’età che avevo e che ho.

E’ vero che la saggezza è da associarsi alla vecchiaia ma la saggezza dovrebbe anche dirci di non essere troppo saggi, che non fa bene.

Dovremmo smettere di contare gli anni, festeggiare solo il giorno in cui siamo venuti al mondo ma non quanto tempo fa sia accaduto.

Dovremmo vivere l’oggi davvero non solo sulle citazioni, vivere con il bagaglio di esperienze fatte e svuotati di quanto ci rimane davanti da vivere altrimenti penseremo: “non ho più tempo per fare quella cosa, lascio stare e non la comincio neanche”.

Ma se razionalmente dovessimo fare i conti con le malattie, gli incidenti, le morti improvvise, allora nessuno si muoverebbe più.

Siamo ancorati all’idea che è necessario portare a termine le cose che iniziamo pena essere tacciati di inettitudine, mancanza di volontà, poco seri, approssimativi e mille altre cose “vergognose”.

Ma il vero scopo nella vita dovrebbe essere farle e basta, le cose, non necessariamente finirle, la parte più bella di un libro è leggero, non finirlo (se sei tra chi salta le pagine per finire in fretta un libro “vade retro”!😱). Una volta mi sembrava una cosa disdicevole iniziare un libro e poi non finirlo, anche se il libro non mi piaceva. Oggi se non mi piace lo pianto a metà e lo rimetto nella libreria, senza rimorsi. Sono mille le cose che iniziamo ma che non vorremmo e che non dovrebbero avere una fine: una relazione, i figli, la vita stessa.

Quando diciamo “l’importante è la strada non la meta” ci rendiamo davvero conto del significato?

È necessario che impariamo davvero ad andare a fondo delle cose che ci vengono dette, che leggiamo, che sentiamo e che guardiamo, dobbiamo smetterla di avere un approccio superficiale su tutto come in un video TikTok in cui rimaniamo incantati davanti a cuccioli di cane, sconvolti davanti a video crudeli o scandalizzati davanti a brutte notizie salvo poi passare al video successivo dimenticando tutto quello visto o ascoltato appena 30 secondi prima.

Sovrascriviamo di continuo, anche file importanti.

Forse è questo che sta avvenendo di questi miei giorni al lago, sto facendo un backup involontario.

Mi sono fermata dall’aprire e chiudere file, cancellarli, salvarli, spostarli, ri-archiviarli. Forse avevo bisogno di fermare tutto e fare un bel backup, salvare le cose importanti, lasciare che il resto si cancelli e se ne vada con le onde del lago.

O forse in questo mondo silenzioso di vita che brulica per sopravvivere ogni giorno, dai pesci agli uccelli, tutto mi è parso superfluo, l’unica cosa che volevo fare davvero era guardare il lago, passeggiare, guardare il lago.

vista del lago di garda da una piazzola di campeggio, dall'interno di una roulotte si vede la verandina, un tavolino e delle sedie da campeggio, una siepe bassa oltre la quale si vede l'acqua blu intensa del lago, la riva di Sirmione e il cielo terso e azzurro. Un albero incornicia la scena con le sue fronde verdi

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